@andwhatif
collective exhibit “eyes wide shut”,
curated by Mina Calissano.


La scimmia in tasca, Turin, 2021.



“I volti di Andwhatif incarnano la paradossale manifestazione dell'essenza nella sua assenza. 
A labbra cucite vi è la proposta del giuoco del piacere, che alletta delizia e diletta l'immagi nario erotico in fase primitiva. 
Gli orifizi del volto sono celati, costretti, e lampanti. 
Rimane visibile in una prigionia sfarzosa solo la feritoia dell'anima:
lo sguardo. 
C'è qualcosa di urgente, di perturbante e destabilizzante
che si agita sotto al tessuto inanime: è un'estasiante costrizione, 
come una mosca che affoga nel miele.”




stefano fiorina
collective exhibit “eyes wide shut”,
curated by Mina Calissano.

La scimmia in tasca , Turin, 2021.


“la ripetizione ossessiva di pattern quotidiani costringe in un candido collage l'uomo contemporaneo:
maschere-fortezze assemblate con plurimi sguardi e inni al consumismo.
L'opera di Stefano, spigolosa, solenne e surreale, 
osserva immobile l'osservatore, punge acuta con colori alieni e forme acide, celando con gelosia il nocciolo dell'essere.”




lsd mapping
collective exhibit “eyes wide shut”,
curated by Mina Calissano.

La scimmia in tasca , Turin, 2021.


“il mapping è un'appropriazione indebita di superficie, restituzione debita di un volo pindarico visuale:
un rapimento estatico, che induce nel retro della coscienza uno stato mentale passivo ed elastico.
Il travestimento è incorporeo, fagocita il quotidiano senza digestione: un'ipnotica ri-scoperta dell'ovvio.”




ainigriv
collective exhibit “eyes wide shut”,
curated by Mina Calissano.

La scimmia in tasca , Turin, 2021.


“sistema 010101 - protocollo verbale ritmodigitale - impulso elettrico - visione.
La creazione di un sistema visivo 
in costante evoluzione e movimento intende tradurre ogni parola pronunciata in un battito, 
ogni suono in un susseguirsi di geometrie e astrazioni. 
Battiti di palpebre a ritmo 
di codice binario.”




giorgia maresca
personal exhibit,
curated by Mina Calissano.

Bunker camp, Turin, 2019.


“Ascesa nell’iperuranio:
il paesaggio lunare genera
una tregua silenziosa
dal fallace caos.
Muta, immobile ed immutabile,
la forma dell’uovo
è primordiale generatrice
della geometria terrena.
Una necessità fenomenica accompagna,
dell’artista, il tempo del poi:
la rappresentazione dell’archetipo
nel magma siderale
diviene ricerca di ordine e simmetria
nel caotico contesto del quotidiano.”




ambra gurrieri
collective exhibit “eyes wide shut”,
curated by Mina Calissano.

La scimmia in tasca, Turin, 2021.


“Avvolta in una dimensione onirica, sbiadita e a tratti liquefatta,
la sua pittura è l’ombra di un abisso che sgorga fuori dal sè,
come la risacca del mare previene interpellanze e si palesa in un’emotività non esibita, deglutita in silenzio all’interno di un corpo trasparente, cavo.
Tra i sipari, oggetti incongrui ed estranei allucinano l’incomunicabile e l’indeterminato per dar visione ad un sorriso beffardo, che tra le costole si affaccia, inquieto e disturbante.”




amalia fucarino
personal exhibit,
curated by Mina Calissano.

Bunker camp, Turin, 2019.


“Amalia passeggia a piedi scalzi
tra fototessere dimenticate e libri da baratto, raccoglie ricuce e reinterpreta della storia istanti inesplosi sospesi in apparente morte termica.
Il piano temporale si annulla, tramite un processo di estinzione identitaria le immagini rinascono simultaneamente in una nuova significazione.
Quelle di Amalia sono aporie color pastello vellicate, forse, da una punta di nichilismo: palingenesi da decontesto.”



elisa camurati
personal exhibit,
curated by Mina Calissano.

Bunker camp, Turin, 2019.


“Sono oscillanti  i dinamismi circondati da caotiche urla e da incursioni barbariche di concetti che fluttuano tra cromie violente e teste immobili.
E’ un istoriare d’istantanee di ieri e di laggiù, che muove una distorsione spazio temporale eteroclita, aberrante.
La mano dell’artista fruga così nella sua dimensione mnemonica conducendoci verso aposiopesi lontane.”



chantal garolini
personal exhibit,
curated by Mina Calissano.

Bunker camp, Turin, 2019.


“Perlustrazioni di inquietudini sotterranee: per il bisturi dell’iride il contatto è asettico, chirurgica e contundente è la mano che minuziosa profana l’arcano celato sotto la carne.
Avvolte da una candida foschia, sinistra e vaporosa, le trasfigurazioni sono d’improvviso lacerate da vuoti di cenere, e da tormenti ipogei evocanti il profondo ed incessante dubbio.”



beatrice sacco
personal exhibit,
curated by Mina Calissano.

Bunker camp, Turin, 2019.


“La fotografia come la materia
è potenza: 
Beatrice rivela duplicati della sua realtà
che in modo inesatto presero sostanza.
Ma è nel divenire paralipomeni
il riscoprirsi mausoleo 
di cronache abortite.
Appese, interferenze atemporali 
di non luoghi mai esistiti
si configurano come
sovrapposizioni di strati sovraffollati:
pleonasmi visivi.”